domenica 20 giugno 2010

Perché mai un uomo viene al mondo

"(...) andò così, La vostra benedizione, padre mio, e il vecchio alza lentamente la mano, il lentamente di chi ancora ha forze solo per questo, è il suo ultimo gesto, non concluso, non ultimato, la mano è caduta accanto all'altra, sulle pieghe del mantello, e quando Baltasar finalmente si gira verso il padre, per ricevere la benedizione, lo vede appoggato al muro, con le mani aperte, la testa caduta sul petto, State male, è una domanda superflua, ci sarebbe da spaventarsi se Joao Francisco rispondesse, Sono morto, e questa sarebbe la più grande delle verità. Si piansero le naturali lacrime, Alvaro Diogo non andò a lavorare, e quando Gabriel entrò in casa non poté far altro che mostrarsi triste, lui che tornava così contento dal paradiso, voglia il cielo che non lo bruci l'inferno tra le gambe.
Joao Francisco Mateus lasciò un giardino e una casa vecchia. Aveva una terra in cima alla Vela. Aveva impiegato anni per liberarla dalle pietre, fino a che la zappa potesse scavare in terra soffice. Non è valsa la pena, le pietre sono un'altra volta lassù, insomma, perché mai un uomo viene al mondo."

Josè Saramago, Memoriale del convento, 1982


E' il primo libro di Saramago che lessi più di vent'anni fa, e questo uno dei tanti brani che ho amato, e che mi ha insegnato tanto.

Per le ultime polemiche, dopo la sua morte, qualche link, per riflettere:
dal blog di Vanessa Mazza 
http://www.booksblog.it/post/6417/secondo-losservatore-romano-jose-saramago-era-solo-un-populista-estremistico
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venerdì 18 giugno 2010

A pure drop in a ocean of noise


Era tanto tempo che non ascoltavo qualcuno così "vero".
Conoscevo poco Jeff Buckley, e la sua rinnovata scoperta per me è stata abbastanza forte. 
Un musicista totale, capace di aprire con la sua sola voce o anche solo con la sua chitarra un fiume di emozioni/ricordi/sensazioni, perché sotto c'è l'onestà e il talento di chi ha sofferto, e si sente. Inarrivabile.
"A pure drop in an ocean of noise" (Bono, U2), oggi più che mai.
Ok, basta parlare. Ascoltare, leggere, assaporare.
Qualche risorsa:

Be your husband
Wikipedia (Italia)
A pure drop - il libro

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domenica 13 giugno 2010

Libertà di espressione

"Ah, vi ricordate la libertà di espressione? Mio nonno c'è morto per la libertà di espressione. Da qualche tempo a questa parte la libertà di espressione è stata quasi debellata. Curata! Finita! La ricerca ha fatto passi da gigante!
Di libertà di espressione non si ammala più nessuno!"

Gli ottimisti - Antonio Albanese



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giovedì 3 giugno 2010

Cosa direbbe Hikmet

Torno qui dopo più di un paio di mesi in cui non ho avuto abbastanza energia per seguire anche questo blog.
Ho in parte cambiato lavoro, lasciando un posto dove ero da 7 anni e dove lavoravo come volontario da 16, e ho ripreso a tempo pieno la mia attività originaria.
Questo giugno in veste semi estiva fatica un po' a decollare, anche quest'anno, il caldo si è affacciato ma ancora non ha preso possesso della terra. Le albicocche maturano, lentamente ma maturano, le ciliegie anche, un po' più rapidamente, almeno qui da me.

Nei giorni scorsi, accanto alle pseudonotizie siparietto dei nostri teatranti politici, la tragedia di una concreta missione di pace, nel mare che è la nostra patria comune,  finita molto male.
La Turchia, paese variamente dibattuto in ambito europeo e in generale occidentale, ci ha comunque regalato, in questo difficile frangente, un'energia e una determinazione che ho trovato importanti, nel momento in cui da varie parti e sotto varie forme la prepotenza sembra essere la cifra fondamentale dell'essere uomini in questo ventunesimo secolo. Ringrazio la Turchia, in questa occasione.
La ringrazio tanto più oggi, anniversario della morte di Nazim Hikmet, un uomo e un poeta turco (profondamente legato al suo paese) che ci ha regalato tante cose bellissime come le parole che riporto qui sotto.

Anch'io sono profondamente triste in questi giorni per quello che è successo. Chissà cosa direbbe Hikmet.
Spero solo che ci aiuti a risvegliarci da un certo torpore, più forse di una sfilata ai Fori Imperiali.
Buon giugno.


COME UNA CAMICIA DI CANAPA

Lavata su una tolda ventosa
    con acqua di mare
    e spazzola di ferro
    come una camicia di canapa
        porto sulle mie spalle la tristezza.

E in questo villaggio del sud il sole senza tregua
    matura e s'arrossa
        sopra le ragazze e le albicocche.

Nazim Hikmet
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